Un weekend a Bucarest

Il ponte del 25 aprile è servito come piacevole diversivo per un weekend diverso dal solito: quattro giorni a casa, perchè non approfittarne per partire e vedere una città europea? La meta scelta da visitare con un’amica non è stata la classica Amsterdam o la cosmopolita Londra; spinte dalla curiosità infatti, abbiamo prenotato un weekend a Bucarest, una delle capitali dell’est Europa dove più di tutte oggi si sente ancora l’influenza del regime comunista (ok, questa l’ho letta in ogni dove su internet e non solo, ma ho avuto modo di appurare quanto fosse vero…). Partenza venerdì sera, e via per tre giorni interi di visite culturali!

Bucarest – Parco Cismigiu

Il primo giorno l’obiettivo è stato il Palazzo del Parlamento, il secondo edificio più esteso al mondo dopo il Pentagono.

Dato che non potrò mai visitare l’edificio americano, posso considerarmi soddisfatta nell’aver visto le bellissime sale del Parlamento di Bucarest (nonostante la superficie visitabile sia meno del 10%!). La guida, molto preparata, ha tenuto nel precisare come tutti i materiali di costruzione provenissero dalla Romania stessa: dal marmo al legno, questo è un vero e proprio gioiello che non deve mancare nella lista delle cose da fare. In breve, quello che più mi ha colpito del Palazzo: l’enorme lampadario di cristallo del teatro – in generale, tutti i lampadari nelle diverse stanze realizzati con questo materiale sono splendidi – gli enormi tappeti creati a mano, la sala ribattezzata “the football room”, capace di contenere circa 8.000 persone. Per tutto il resto c’è Wikipedia ;).

Se non siete stanchi di camminare, consiglio poi un giro veloce nel Parco Izvor, adiacente al palazzo. Perfetto per prendere il sole e concedersi una pausa, prima di un giro in centro!

Una volta che l’occhio ha avuto la sua parte, è bene concentrarsi sullo stomaco: dove mangiare a Bucarest? Mediamente la vita costa molto, ma molto meno che in Italia; suggerisco come ristorante Caru cu Bere nella centrale Strada Stavropoleos 5: certo il luogo è turistico, ma talmente bello e particolare nel suo genere che vale la pena provare!

Si può prenotare, ma recandosi per tempo si troverà posto senza problemi: il locale è veramente grande, tanto che gli artisti spesso si esibiscono al suo interno suonando, cantando e danzando mentre gli avventori consumano il loro pranzo/cena.

Il rientro in hotel è preceduto da una piacevolissima merenda da Camera din Față: una bellissima saletta da tè che offre insieme alle bevande calde delle ottime torte, ricche di cioccolato, creme…e whisky! 

Bucarest non è una città molto grande, per questo il secondo giorno è dedicato ad una gita “fuori porta”: tour della Transilvania, con i Castelli di Peles e Bran e la cittadina di Brasov. Se vi trovate in città senza mezzi di trasporto, consiglio di prenotare il tour in bus con guida: non ne avevo mai fatti prima, ma devo dire che essere affiancati da qualcuno esperto che conosce i luoghi è tutta un’altra cosa.

In circa due ore, dalla capitale si arriva al Castello di Peleș, residenza estiva del re Carlo I di Romania che si innamorò dei paesaggi montani a tal punto da far erigere qui il suo palazzo.

Le sale sono tutte riccamente decorate, il materiale più utilizzato è il legno: vedere per credere, questo è un castello che ho preferito di gran lunga al più famoso maniero di Bran, sul quale è stata “costruita” ad hoc la leggenda di Dracula. Il suo castello si erge tetro su un’altura ed è molto bello (oltre che contorto, sia come pianta che come organizzazione interna degli spazi!); come la maggior parte di queste attrazioni però, la zona era piena di turisti e non sono riuscita ad apprezzarla fino in fondo per la confusione che facilmente si crea in luoghi pieni di attrattiva e fascino come questo.

La cittadina di Brasov infine è un centro tranquillo ma freddo, a causa delle montagne che la circondano: meno male che in nostro soccorso è arrivato il dolce tipico del posto, Papanisi: una grande frittella con yogurt acido e mirtilli, tutta da gustare!

Siamo tornate a Bucarest in serata: la stanchezza del bel viaggio non ci ha impedito di assistere ad uno tra gli eventi più importanti per la città, lo Spotlight Festival. Per l’occasione Calea Victoriei e i suoi edifici più belli si sono vestiti di colori e giochi di luci, il tutto accompagnato da musica: è valsa decisamente la pena sopportare il freddo e l’aria pungente per uno spettacolo come questo.

L’ultima giornata nella capitale romena è stata soleggiata e fresca. Il clima ideale per vedere le ultime attrazioni della città, quali il Parco Cismigiu e il Monastero Stavropoleos, prima di dirigerci in aeroporto (da dove, con qualche ritardo di troppo, siamo rientrate in Italia).

Le mie impressioni sulla Romania? Sicuramente è da visitare, ovviamente bisogna tener conto del contesto storico e sociale nel quale ci si immerge: il Paese è povero rispetto al nostro, ovunque si possono vedere i risultati di un regime opprimente che per anni non ha tenuto conto della città, molte case sono fatiscenti e spesso poco curate. Vale la pena però vedere gli edifici che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia di questo Stato; con qualche giorno in più a disposizione, sono consigliati anche tour della Transilvania più lunghi delle mie 24 ore, per ammirare la natura.

Ps: dato che mi sembra di aver offerto poche direttive culinarie (ehm…non vado matta per la polenta servita ovunque e il cavolo!), lascio un indirizzo assolutamente da provare se vi piace sperimentare una cucina diversa dal solito: The Artist. I prezzi sono in linea con un qualsiasi ristorante di Milano (circa 45 euro a persona, vino incluso), ma è una spesa che vale la pena affrontare, considerato il costo medio di un weekend a Bucarest. Lascerò che siano le immagini a parlare di questa esperienza culinaria diversa dal solito, io mi sono già dilungata fin troppo!

Spoon Tasting

Per la colazione: Paul, catena presente in più punti della città. Dolci e atmosfera sono l’ideale per un tranquillo risveglio!


9 risposte a "Un weekend a Bucarest"

  1. Bucarest mi ha colpito molto, città ordinata, pulita (almeno la parte centrale l’ho vista così) e il Palazzo del Parlamento lascia davvero allibiti. Visto il costo del volo davvero basso, condivido l’opinione di farci una visita. Purtroppo mi manca Brasov perchè non avevo abbastanza tempo. Dalle foto che vedo sembra che meriti un mio ritorno in Romania 😉 Ottime le papanasi, ma sono talmente pesanti che richiedono almeno tre giorni di digiuno compensativo.

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    1. Ciao! Il Palazzo del Parlamento è davvero magnifico, concordo. Brasov sicuramente da vedere, ma attenzione al freddo: meglio prevedere un maglione in più! Forse anche a causa delle temperature, non ho avvertito la papanasi come particolarmente pesante: va anche detto però che l’ho divisa con la mia amica 😉

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